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La libertà d’informazione non è una cena di gala
Ri-mediamo Caso Assange, a rompere il disinteresse la manifestazione di domenica 23, alla vigilia della prima udienza del processo per l’estradizione negli Stati Uniti del creatore di WikiLeaks, che rischia così 175 anni di detenzione
Davide Dormino e la sua scultura Anything to say? al Festival di Spoleto 2019 – Costanza Fraia
Ri-mediamo Caso Assange, a rompere il disinteresse la manifestazione di domenica 23, alla vigilia della prima udienza del processo per l’estradizione negli Stati Uniti del creatore di WikiLeaks, che rischia così 175 anni di detenzione
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 19 febbraio 2020
La prossima domenica 23 febbraio si terrà a piazza del Popolo di Roma una manifestazione contro l’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, creatore della fondazione WikiLeaks. A quest’ultima si devono informazioni che altrimenti non avremmo mai conosciuto. Basti rivedere i giornali on line globalist e l’antidiplomatico dello scorso aprile. Non sapremmo degli archivi di Guantanamo, con i dettagli sui prigionieri e sulle modalità di detenzione (ivi compresa la tortura) di persone anche solo sospettate di essere votate al terrorismo; delle notizie segrete sulle guerre in Afghanistan e in Iraq; del cablegate, ovvero le iniziative intrusive della diplomazia di Washington;...