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La Libia nel caos, smacco per Onu, Nato e Italia

Mediterraneo Se cade Serraj per Roma è una sconfitta secca. In Tripolitania l’Italia ha il 70% per cento dei suoi interessi economici e del petrolio dell’Eni, insieme al gasdotto Green Stream che copre una parte delle nostre forniture: questo è il vero motivo per cui ci troviamo ad appoggiare un governo sostenuto da Turchia, Qatar e Fratelli Musulmani che non vuole più nessuno

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 5 aprile 2019
E così, se nottetempo nessuno ferma il generale libico (con cittadinanza americana) Haftar, facciamo ciaone anche a Tripoli. Salvate almeno il soldato Serraj. Nel giorno del 70° compleanno ieri la Nato ha assistito a due eventi paradossali ma prevedibili. Due stati membri, Turchia e Usa, sono sull’orlo dello scontro in Siria per i curdi, e in quella Libia, così pesantemente bombardata dall’Alleanza nel 2011 per eliminare Gheddafi, avanza nel caos più totale il generale Khalifa Haftar per far fuori il moribondo governo di Fayez Serraj a Tripoli, al cui capezzale era giunto persino il segretario generale dell’Onu. È IL CASO...

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