La lingua biforcuta della guerra
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La lingua biforcuta della guerra

Banksy, "Happy Choppers", 2005

Conflitto ucraino Siamo all’ambiguità delle proposte. A chi è rivolto il "cessate il fuoco" di Austin: a Putin o anche a Zelensky? Intanto il conflitto cambia natura, ma anche l’Italia invia armi pesanti

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 15 maggio 2022
Finalmente alcune verità da qualcuno di noi ripetute fin dall’inizio di questa maledetta guerra ma a lungo segregate dietro il muro di propaganda bellica, iniziano faticosamente a filtrare persino nei Palazzi della politica. E cioè che la pace (non più parola proibita) è desiderabile hic et nunc e da perseguire come obiettivo prioritario sul terreno della diplomazia. Che la guerra, tanto più se si trasforma in “guerra d’attrito” come sta avvenendo, fa male a entrambe i contendenti e andrebbe fermata quanto prima. Che fa male anche, e in misura crescente, all’Europa, la quale non ha gli stessi interessi degli Stati...

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