Italia
La «marcia della dignità» va avanti a piccoli passi
Porte chiuse nel Padovano e scintille nella giunta Giordani per lo sconfinamento, ma i 55 «ribelli» non si fermano. Nella «discarica umana» di Conetta, dove oggi tornano i parlamentari, restano in 830
I profughi usciti dalla ex base militare di Conetta durante la marcia verso Venezia della scorsa settimana – Alvise Busetto/LaPresse
Porte chiuse nel Padovano e scintille nella giunta Giordani per lo sconfinamento, ma i 55 «ribelli» non si fermano. Nella «discarica umana» di Conetta, dove oggi tornano i parlamentari, restano in 830
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 23 novembre 2017
Ernesto MilanesiPADOVA
La «marcia della dignità» fa un altro passo avanti. I 55 migranti del «secondo esodo» verso il Padovano ieri hanno potuto almeno dialogare faccia a faccia con il prefetto di Venezia Carlo Boffi. E stamattina ritornano in visita nell’ex base militare di Conetta i parlamentari, insieme alla delegazione dei firmatari dell’appello di solidarietà lanciato dalla società civile veneziana. LA VICENDA è tutt’altro che risolta. Se mai, complica la vita nei palazzi istituzionali e lascia affiorare contraddizioni, ipocrisie, tradimenti. A Conetta sono rimasti 830 migranti, sempre affidati alla gestione della coop Edeco (in attesa di “sviluppi” della convenzione). Il censimento aggiornato...