Scuola

La notte calda degli studenti. A Roma nove licei occupati

Il liceo Visconti occupato a Roma. A destra, una cella del carcere di San Vittore foto LaPresseIl liceo Visconti occupato a Roma. A destra, una cella del carcere di San Vittore – LaPresse

Studenti Mobilitazioni in tutta la Capitale: «Siamo una generazione che nessuno rappresenta». Blitz simultanei dopo il calar del sole: assemblee, lezioni autogestite e spettacoli

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 6 dicembre 2023

Sono 9 i licei occupati dagli studenti in questo momento a Roma. Alle mobilitazioni del coordinamento dei collettivi autonomi romani delle scorse settimane (al Ripetta, Pilo Albertelli, Machiavelli, Visconti e Enzo Rossi, nel quartiere Pietralata) si sono aggiunte ieri le occupazioni del Manara, Morgagni, Virgilio, Mamiani, Colonna, Righi, Tasso, Archimede e Aristofane. Di queste la maggior parte è avvenuta in contemporanea, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre scorso, altre nel primo mattino.

«LA PROTESTA – dicono le studentesse e gli studenti dei collettivi – è in continuità con le mobilitazioni contro la guerra, per la Palestina Libera e quelle per Giulia Cecchettin». A niente sono valsi i tentativi di queste settimane da parte della dirigenza scolastica di trasformare la protesta imminente in ore autogestite: le assemblee degli studenti li hanno bocciati.

Né è servita come deterrente la petizione contro l’occupazione di alcuni genitori del liceo Tasso, preoccupati delle «conseguenze disciplinari generalizzate che penalizzano anche gli studenti dissenzienti». «L’autogestione non è una forma di protesta», hanno risposto gli studenti del collettivo politico Tasso. «Sarebbe stata un’occasione per affrontare tematiche che non vengono contemplate nei programmi ministeriali – hanno spiegato in un comunicato – ma non ha alcun valore politico perché non si sarebbero potute portare avanti le istanze alla base della nostra protesta, che hanno come interlocutore il ministero dell’istruzione e del merito e l’attuale governo». Quindi rivendicano «tutto il valore politico di quest’atto» perché «finalizzato a manifestare un nostro disagio e a proporre un cambiamento radicale del sistema scolastico e degli indirizzi delle politiche sociali di questo governo».

Intanto i dirigenti, come da obbligo di legge, hanno dovuto denunciare gli occupanti. «Stanotte il nostro liceo è stato occupato da un gruppo di studenti e di studentesse, che hanno consegnato un comunicato in cui specificano che quest’atto è da intendersi come un’azione di contestazione politica e non come una forma di protesta contro il corpo dei docenti, gli Ata e la dirigente scolastica – si legge in una comunicazione del liceo Morgagni ai genitori – del fatto sono state informate le autorità competenti».

E, MENTRE sulle testate on line di destra cominciavano a circolare foto di presunti danni, sui social gli studenti pubblicavano le foto del programma alternativo del prima giorno di mobilitazione, terminato con l’assemblea di tutte le scuole occupate nell’aula magna del Virgilio.

«La comunità scolastica, a partire dai docenti, è invitata a portare il proprio contributo, ogni giornata sarà dedicata all’approfondimento di un macrotema con ospiti e momenti assembleari con il fine di accrescere la coscienza politica», dicono gli studenti. E già durante la prima giornata è stato così tra dibattiti sulla Palestina e sul Kurdistan, con, in collegamento, l’ex combattente Maria Edgarda Marcucci (Eddy), ospiti come il sociologo Roberto Latella, incontri con lo stand up comedian Edoardo Ferrario.

«DA TEMPO denunciamo la situazione critica della scuola italiana, pericolosa per chi la frequenta, priva di personale e fondi, incapace di emanciparci – dicono da Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa) – la protesta è segno di una generazione che nessuno rappresenta, né il Governo né la falsa opposizione di centrosinistra, e che alza la testa dopo anni di pace sociale imposta dall’alto». E annunciano che la mobilitazione continuerà nelle prossime settimane, «in tutte le scuole d’Italia per una Nuova Scuola Pubblica e per un’alternativa per la nostra generazione».

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