Internazionale
La rivoluzione indigena di Marichuy: «Mi candido perché voglio dignità»
Messico Il paese verso le presidenziali del 2018. La candidata indigena incontra sostenitrici e sostenitori: le servono 800mila firme, ma si firma solo con un tablet, che costa il triplo di uno stipendio. La denuncia di 52 intellettuali
Marichuy incontra la gente di San Cristóbal – Andrea Cegna
Messico Il paese verso le presidenziali del 2018. La candidata indigena incontra sostenitrici e sostenitori: le servono 800mila firme, ma si firma solo con un tablet, che costa il triplo di uno stipendio. La denuncia di 52 intellettuali
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 10 novembre 2017
Andrea CegnaSAN CRISTÓBAL
Il viaggio di Marichuy alla ricerca delle firme necessarie per trasformare in realtà la candidatura della portavoce del Congresso Indigeno di Governo continua senza pause, in Messico. María de Jesús Patricio Martínez, indigena Nahua dello stato di Jalisco, è arrivata poco dopo le 17 a San Cristobal de Las Casas. Piazza della Rivoluzione si riempie lentamente. Il palco dove salgono i rappresentanti del Cni, in stragrande maggioranza donne, vede alla sue spalle la cattedrale dove si trova la tomba di Samuel Ruiz, e a destra l’ex palazzo del municipio dell’antica capitale del Chiapas, quello stesso palazzo occupato dagli Zapatisti all’alba...