La strategia della violenza nei nomi delle guerre
Un bulldozer a Jenin foto Ap
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La strategia della violenza nei nomi delle guerre

L'analisi Dall’abuso della «libertà» nelle missioni militari Usa, ai «Campi estivi» d’Israele in corso in Cisgiordania: un progetto comunicativo tra ironia e crudeltà, oltre la spettacolarizzazione
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 4 settembre 2024
Avrei voluto essere in quella stanza, quando i quadri militari israeliani hanno deciso che sì, il nome è quello giusto: l’attacco in Cisgiordania dell’agosto 2024 si chiamerà “Operazione Campi Estivi”. I campi sono, naturalmente, i campi profughi (conseguenza dell’occupazione israeliana, naturalmente), e già questo porta con sé un grado di ironia amarissima, la demolizione di un assetto creato dal demolitore. In effetti, si tratta a questo punto di finire il lavoro. Ma certo non può sfuggire l’altro senso dei “campi estivi”, quelli dove bambini che giocano e trascorrono il momento più bello dell’anno. Ecco, è qui che la vena ironica...

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