Internazionale
La torrida estate dell’Iraq tra cortei e repressione
Mobilitazioni I blackout elettrici con 50 gradi riaccendono la protesta, sospesa durante i mesi di emergenza sanitaria. Baghdad promette a vuoto: il premier ordina inchieste lampo sulle vittime, ma la polizia accusa non meglio precisati «gruppi criminali»
In piazza Tahrir i manifestanti dispersi dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia irachena – Ap
Mobilitazioni I blackout elettrici con 50 gradi riaccendono la protesta, sospesa durante i mesi di emergenza sanitaria. Baghdad promette a vuoto: il premier ordina inchieste lampo sulle vittime, ma la polizia accusa non meglio precisati «gruppi criminali»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 29 luglio 2020
Fa caldo in Iraq, caldissimo. Temperature che superano i 50 gradi, intollerabili. Soprattutto se l’elettricità va e viene. Ma il caldo lo si sfida, come ogni estate da anni, per protestare contro una classe dirigente che acquista gas dal vicino Iran, nonostante sia seduta sopra le quinte riserve al mondo di petrolio, oltre 142 miliardi di barili di greggio. Eppure agli iracheni, sempre più poveri, si chiede di sopravvivere tra continui blackout elettrici. Succede nella capitale, a ovest e a sud, nelle città sciite come Bassora che da tre anni scende in piazza d’estate per l’assenza di servizi decenti, mentre...