Italia

La tortura degli ultimi

Il centro di detenzione di Zawiya in Libia foto AnsaIl centro di detenzione di Zawiya in Libia – Ansa

Immigrazione I tre, due egiziani e un guineiano, sono arrivati con la Sea Watch di Carola Rackete. Condannati grazie a testimonianze discordanti. E a un teorema, esposto per tempo

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 29 maggio 2024
Il reato di tortura, pensato per proteggere i cittadini da chi indossando una divisa può usare la forza – e proprio per questo inviso alla maggioranza di governo – nella sua prima applicazione ha portato alla condanna non di poliziotti, ma di tre richiedenti asilo, arrivati a Lampedusa a giugno 2019 sulla nave Sea Watch di Carola Rackete. La sentenza di primo grado del tribunale di Messina ha certificato le torture sistematiche nei centri di detenzione per migranti in Libia, specificamente nella prigione di Zawiya Al Nasr. Per questo la corte penale internazionale si è congratulata con il governo italiano...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi