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La vocazione etica si fa sperimentale: l’ultimo Malamud

La vocazione etica si fa sperimentale: l’ultimo MalamudUna fotografia di Ray K. Metzker

Un secondo Meridiano, 1967-'86, per lo scrittore ebraico-americano In un’ottima edizione a cura di Paolo Simonetti, l’ultimo Bernard Malamud si presenta come un caso letterario controverso: il tentativo di non rimanere ingabbiato nel canone modernista, a partire da «Gli inquilini» (1971), non sempre colpisce nel segno

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 15 novembre 2015
Con la pubblicazione del secondo Meridiano a lui dedicato (Romanzi e racconti 1967-1986, pp. 1704, euro 80,00), Mondadori mette a disposizione dei lettori italiani l’intera opera di Bernard Malamud, consentendo di comprenderne la centralità all’interno del canone letterario ebraico-americano, ma anche l’eccentricità e l’originalità rispetto ai due giganti con i quali compone una sorta di storica triade, ma che troppo spesso lo hanno schiacciato e messo in ombra con la loro esuberanza: Saul Bellow e Philip Roth. Se il primo Meridiano, raccogliendo la produzione dell’autore tra il 1952 e il 1966, includeva quattro romanzi e due raccolte di racconti che andavano...

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