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La voce di Ciro nel buio della sala

La voce di Ciro nel buio della salaCiro Giorgini all'ingresso del cineclub l'Officina nei primi anni ottanta

Too Much Ciro Alcune note in ricordo di Ciro Giorgini, dell'Officina e di tutto un mondo creativo

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 1 maggio 2015
Scrivo oggi, quando compio 65 anni, di Ciro che (nell’ingiustizia permanente della vita) non li raggiunse. Scrivo in un décor wellesiano, ho accanto le scatole di un infinito trasloco, che (mie? dei Mille occhi? della Cineteca del Friuli? della nascente Casa del cinema di Trieste?) forse contengono qualche Rosabella: mi vien da pensare che, nel suo primo film su Welles, Ciro non potè che scegliere a titolo quella geniale reinvenzione dell’odiatamato doppiaggio italiano, Rosabella ben più geniale del Rosebud originale perché in quel femminilizzarsi si ripara anche all’oggettiva ingiustizia del film verso la grande Marion Davies. E, pur volendo qui...

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