Visioni
L’affaire Dreyfus di Polanski, una feroce Belle Epoque
Venezia 76 Presentato in concorso l'atteso «J'Accuse», dove la poetica del regista si fonde con la Storia in un atto di estremo rigore politico
Jean Doujardin e Louis Garrell in «J’Accuse» di Roman Polanski
Venezia 76 Presentato in concorso l'atteso «J'Accuse», dove la poetica del regista si fonde con la Storia in un atto di estremo rigore politico
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 31 agosto 2019
Silvana SilvestriVENEZIA
Con J’accuse di Roman Polanski entriamo fin dalla prima scena nel regno della perfezione: non si tratta certo di essere portati per mano come farebbe il racconto tradizionale di un celebre caso giudiziario, o di un film storico, perché non si avvertirebbero i brividi inquietanti della contemporaneità come in questo film. Siamo nella perfezione dell’universo cinematografico fin da quando percorriamo la piazza d’armi nella sua immensa spettacolarità dove il capitano Alfred Dreyfus, tra i pochi ebrei presenti nell’esercito francese, nel 1894 sarà degradato e condannato per alto tradimento accusato con prove false di aver fatto pervenire informazioni militari alla Germania....