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L’ambiguo «dopoguerra» dell’erede del Califfato
Elezioni in Turchia L’Ue tace sulla repressione dell’opposizione e dei curdi, sulle centinaia di migliaia di persone in carcere dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016, sui giornalisti dietro le sbarre
Il presidente turco Erdogan a una manifestazione pre-elettorale a Istanbul – LaPresse
Elezioni in Turchia L’Ue tace sulla repressione dell’opposizione e dei curdi, sulle centinaia di migliaia di persone in carcere dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016, sui giornalisti dietro le sbarre
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 31 marzo 2019
L’erede della sconfitta del Califfo Al Baghadi è proprio lui, Erdogan. «Risolveremo la crisi siriana sul campo», ha dichiarato prima del voto. La Turchia intanto fa «ciaone» alla Nato, conferma l’acquisto dei missili dalla Russia e annunciando che Santa Sofia tornerà moschea, raccoglie la bandiera delle istanze islamiste dalle rovine dell’Isis. Che per altro in questi anni ha ampiamente sostenuto, come confermato dall’«ambasciatore dell’Isis» in Turchia, Abu Mansour, in una lunga conversazione riportata da Homeland Security Today, un sito diretto dall’ex segretario alla sicurezza di Bush junior, Michael Chertoff. Alla vigilia di un incerto e rischioso voto alle amministrative di...