Cultura
L’arroganza della catastrofe
TEMPI PRESENTI Intervista con Deborah Danowski ed Eduardo Viveiros de Castro. Filosofa lei e antropologo lui, si interrogano sul futuro e sui «popoli a venire», umani e non. L’idea di fine e di vivibilità. Oggi a Bologna gli autori parleranno del loro libro «Esiste un mondo a venire?»
Karin Andersen
TEMPI PRESENTI Intervista con Deborah Danowski ed Eduardo Viveiros de Castro. Filosofa lei e antropologo lui, si interrogano sul futuro e sui «popoli a venire», umani e non. L’idea di fine e di vivibilità. Oggi a Bologna gli autori parleranno del loro libro «Esiste un mondo a venire?»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 12 maggio 2017
«O ci liberiamo dall’idea occidentale di umano o non sopravviveremo a lungo». Sono piuttosto netti Deborah Danowski ed Eduardo Viveiros De Castro, entrambi ricercatori presso il Conselho Nacional de Desenvolvimento Cientifico e Tecnologico, in Brasile. L’intenzione non è quella di fare dell’allarmismo o di alimentare un orizzonte squisitamente teorico postumano, già tanto frequentato. Hanno un’aria pacifica e la voce di entrambi si fonde in un’articolazione filosofico-antropologica che precisano da diversi anni. Hanno scritto Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine (Nottetempo, pp. 320, euro 17, traduzione di Alessandro Lucera e Alessandro Palmieri). Le formazioni sono diverse (Danowski...