Cultura
L’arte? Deve resistere alla tirannia del tempo breve
Intervista a Martin Bethenod Il direttore di Palazzo Grassi: "Siamo un ente privato e siamo francesi, cioè non giochiamo in casa. Abbiamo dunque bisogno di farci apprezzare"
Immagine tratta dal catalogo «Migropolis - Venice/Atlas of a global situation», pubblicato da Hatje Cantz. E una foto di Martin Bethenod
Intervista a Martin Bethenod Il direttore di Palazzo Grassi: "Siamo un ente privato e siamo francesi, cioè non giochiamo in casa. Abbiamo dunque bisogno di farci apprezzare"
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 20 febbraio 2014
Tiziana MiglioreVENEZIA
A Venezia, nel 2005, la Fiat ha venduto un immobile settecentesco, sede di un centro d’arte prestigioso, a un imprenditore e collezionista francese, François Pinault. Il nome è rimasto «Palazzo Grassi». In pochi anni, con la ristrutturazione dell’edificio (2006), l’acquisizione e la riqualifica dell’ex porto della città per un secondo spazio espositivo, Punta della Dogana (2009), fino al recupero del Teatrino del Palazzo (2013), questo nome è divenuto un «discorso di marca» innestato nel territorio e che sta trasformando Venezia. I restauri, condotti da Tadao Ando, in dialogo con il Comune e la Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici, si inscrivono...