L’Athletic Brighela: «Sosterremo una Ong»
Lo striscione dell’Athletic Brighela
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L’Athletic Brighela: «Sosterremo una Ong»

Bergamo La squadra multata per uno striscione. L’anno scorso avevamo esposto lo striscione ’No War’, contro la guerra in Ucraina. Ora abbiamo la sensazione che l’aria sia cambiata
Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 marzo 2023

Restare umani. Sottolineare attraverso un banner a metà campo che la strage dei migranti è prima una questione umanitaria, che politica. Eros Tasca è il direttore sportivo dell’Asd Brighela, squadra dilettantistica bergamasca che un paio di giorni fa prima di una partita di Terza Categoria ha portato in campo lo striscione. La scritta «Cimitero Mediterraneo. Basta morti in mare», su un lenzuolo bianco, delle stesse dimensioni dei lenzuoli bianchi utilizzati dalla Guardia costiera per recuperare i corpi dei migranti che il mare ha restituito nel corso dei giorni. Era contrario l’arbitro, nonostante la richiesta del capitano del Brighela, e dunque la squadra bergamasca si è vista recapitare una multa dal giudice sportivo.

«La sanzione è minor problema, dinanzi a 75 morti, di cui oltre 30 sono bambini – spiega il direttore sportivo del Brighela – Piuttosto lascia perplessi l’atteggiamento delle istituzioni del calcio come Figc e Fifa che mettono in piedi spot per l’inclusività e quando c’è una realtà che dall’interno manda un messaggio così forte, viene messa al bando».
Diversi quotidiani europei, per esempio in Francia e in Polonia, hanno riportato la paradossale vicenda del Brighela, dove i sentimenti umani sono arrivati al secondo posto rispetto all’osservanza dei regolamenti.

Il piccolo club lombardo è stato inondato di attestati di vicinanza nell’arco di 24 ore per il messaggio che invita a tener conto delle stragi del mare e della necessità di trovare una soluzione alla questione migranti. Ieri a Cutro si è messo in moto il corteo con slogan «Fermare la strage subito», alla presenza di cittadini, Ong, sigle sindacali, associazioni e familiari delle vittime del naufragio sulla costa calabrese del 26 febbraio. «Forse il nostro piccolo peccato è non aver avvisato la Figc sull’esposizione dello striscione, ma ci pare di capire che non sarebbe arrivata in ogni caso l’approvazione», aggiunge il direttore sportivo del Brighela, «Gli avversari ci avevano detto di condividere il messaggio, l’anno scorso abbiamo esposto lo striscione ’No War’ per la guerra all’Ucraina, stavolta ho la sensazione che è cambiata l’aria, il problema migranti è scomodo, la gestione tocca tutta l’Europa, per questo abbiamo realizzato uno striscione del genere, non ci permettiamo certo di avanzare soluzioni su come risolvere il problema dei flussi migratori».

Il Brighela è nato tre anni fa da un’assemblea collettiva di lavoratori, dopo che l’allora Bergamo Antifa United (fondato oltre dieci anni prima) decise di non iscriversi al campionato Csi Bergamo. Si è così affermato un modello sostenibile, solidale e inclusivo di gestione e coinvolgimento degli atleti. «Abbiamo sempre fatto percorsi di integrazione con i migranti. Il nostro attaccante, Babacar, è stato accolto al Patronato di San Vincenzo di Bergamo. Inoltre, abbiamo deciso di fare una raccolta fondi per una Ong che salva i migranti, presto sceglieremo quale, per noi è un tema prioritario. Dovrebbe esserlo anche per il governo italiano».

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