Nel 1955 (ben prima del Vietnam) Allen Ginsberg, ebreo ed omosessuale, recita il suo “Urlo” (Howl) a San Francisco.
Per comodità estraggo da wikipedia:
La Parte II si costituisce di 25 lunghi versi ed esordisce con la questione: “Quale sfinge di cemento e alluminio gli ha spaccato il cranio e gli ha mangiato i cervelli e l’immaginazione?” e funge da diretto filo conduttore con la prima parte del poema. La colpa di tale prevaricazione viene attribuita a Moloch, immagine nella quale Ginsberg sintetizza metaforicamente il capitalismo e la società americana, essendo un demone proveniente dalla religione ebraica che, a causa di allucinazioni generate dall’assunzione di peyote, il poeta vede come un orribile mostro (per la precisione, ciò che Ginsberg vede come Moloch, è un grande edificio, un celebre hotel di New York). Sotto effetto del peyote è scritta gran parte della sezione. Viene denunciato Moloch, il cui nome è ripetuto come un mantra:
“Moloch! Moloch! Incubo di Moloch! Moloch il senza amore! Moloch Mentale! […] Moloch carcere senz’anima e Congresso di dolori! Moloch i cui edifici sono sentenze! Moloch la vasta pietra della guerra! Moloch i governi stupefatti! Moloch la cui mente è puro meccanismo! Moloch il cui sangue è denaro che scorre! Moloch le cui dita sono dieci eserciti!”.
Si trattava della prima vera dichiarazione di antifascismo americano [sentenzia wikipedia].
Beh, fosse vivo Ginsberg potrebbe replicare il suo “Urlo” qui oggi, per questa follia di governi stupefatti (dell’Europa neoliberista) incapaci di qualsiasi iniziativa di pace sia per l’Ucraina che per Israele, succubi degli USA, e ripetere: Quale sfinge di cemento e alluminio gli ha spaccato il cranio e gli ha mangiato i cervelli e l’immaginazione?