Italia
Le «ferite indelebili» del giovane Musa al processo Open Arms
Salvini alla sbarra Ieri è stato il giorno delle parti civili: «Ci sono tutte le condizioni per condannarlo». La testimonianza del ragazzo gambiano, all’epoca minorenne, unico naufrago presente in aula su 147 che erano a bordo. Gli altri «sono ancora terrorizzati»
Protesta "teatrale" di fronte al Tribunale di Palermo in occasione della prima udienza del processo contro Salvini, nell'ottobre 2023 – Ap
Salvini alla sbarra Ieri è stato il giorno delle parti civili: «Ci sono tutte le condizioni per condannarlo». La testimonianza del ragazzo gambiano, all’epoca minorenne, unico naufrago presente in aula su 147 che erano a bordo. Gli altri «sono ancora terrorizzati»
Pubblicato 2 mesi faEdizione del 21 settembre 2024
Alfredo MarsalaPALERMO
Mentre l’avvocato Serena Romano raccontava davanti ai giudici del processo Open Arms la storia di Musa Nije, il giovane gambiano annuiva. A testa bassa ha ascoltato la ricostruzione che il suo legale ha fatto dei tre anni che ha vissuto nelle carceri libiche prima di salire sul barcone con gli altri 54 migranti poi salvati dalla nave della ong spagnola. All’epoca della detenzione in Libia Musa aveva appena 13 anni: nei centri di detenzione è stato torturato con scariche elettriche che gli hanno lasciato cicatrici alle mani e preso a colpi di bastone nei piedi riportando la frattura delle ossa...