Internazionale

In Marocco c’è la legge della foresta per chi vede l’Europa

In Marocco c’è la legge della foresta per chi vede l’EuropaUna famiglia costeggia il muro di frontiera tra il porto di Beni Ensar e Melilla – Lorenzo De Blasio

Reportage Violenze, furti, arresti su base razziale da parte della polizia. Nei 15 campi sorti a ridosso di Ceuta e Melilla, i migranti diretti in Spagna sono sempre più esposti al ricatto dei trafficanti e alle politiche securitarie che garantiscono al Regno i soldi dell’Ue

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 giugno 2019
Alle primissime luci dell’alba il posto di frontiera tra Beni Ensar e Melilla è gremito di lavoratori giornalieri in coda per recarsi nell’enclave spagnola e guadagnare qualche dirham in più rispetto alla paga offerta in Marocco. A loro fanno compagnia le centinaia di donne che si recano in Europa per fare il pieno di prodotti da rivendere poi nelle épiceries locali a prezzo maggiorato. Sono gli abitanti della provincia di Nador, i soli cittadini insieme a quelli di Tetouan a cui è permesso recarsi nelle limitrofe énclaves di Melilla e Ceuta senza bisogno di passaporto. Per tutti gli altri, marocchini...

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