Internazionale

Libano ground zero. «Prima fanno una strage, poi la insabbiano»

Agosto 2020, il porto di Beirut dopo l’esplosione foto Epa/Wael HamzehAgosto 2020, il porto di Beirut dopo l’esplosione – foto Epa/Wael Hamzeh

Libano A tre anni dall’esplosione al porto che ha devastato Beirut, i familiari delle vittime si battono contro l’impunità della classe politica

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 agosto 2023
«Se non hanno niente da nascondere, perché hanno bloccato tutto?». Semplice, precisa, scontata la considerazione di Cecile Roukos, avvocata, che rappresenta la sua famiglia. Si riferisce al processo sulla strage del 4 agosto 2020. Nell’esplosione che ha sventrato Beirut, ha perso suo fratello Joseph. «Ogni volta che rivedo le immagini del fungo vedo mio fratello. Mia madre continua a chiedermi se ha sofferto o se è morto subito. Lavorava al porto in una compagnia privata, sostituiva un collega nel suo giorno libero. La giustizia non è per le vittime, è per noi che siamo rimasti, per i nostri figli, per...

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