Internazionale
Libano sempre più polarizzato: sciiti contro ultradestra cristiana
Medio Oriente Affluenza bassa, al 41%, e primi scontri ai seggi. Hezbollah regge, ma il suo alleato cristiano crolla e lascia spazio ai falangisti. Saad Hariri, l’ex premier sunnita, prima si ritira e poi chiede ai suoi di boicottare il voto
Un seggio a Beirut, ieri, durante le operazioni di scrutinio – Ap
Medio Oriente Affluenza bassa, al 41%, e primi scontri ai seggi. Hezbollah regge, ma il suo alleato cristiano crolla e lascia spazio ai falangisti. Saad Hariri, l’ex premier sunnita, prima si ritira e poi chiede ai suoi di boicottare il voto
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 17 maggio 2022
Pasquale PorcielloBEIRUT
I risultati delle elezioni del 15 maggio arrivano in un momento estremamente delicato per il Libano. Il paese è una repubblica parlamentare unicamerale in cui il parlamento è eletto secondo una ratio confessionale: metà deve essere cristiana, l’altra musulmana, il presidente un cristiano maronita, il primo ministro un sunnita e il portavoce uno sciita. Il sistema è proporzionale e dovrebbe rappresentare equamente le comunità, ma l’ultimo censimento risale al 1932. NELLE CIRCOSCRIZIONI è però possibile votare anche candidati di altre comunità religiose. Un sistema complesso dunque, cucito su misura dei gruppi di potere che tengono in ostaggio il paese e...