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L’idea Mondiale 2025: per club con 32 squadre

L’idea Mondiale 2025: per club con 32 squadreLa conferenza stampa del presidente della Fifa Gianni Infantino – Ap

Calcio In finale sfida Messi e Mbappé, compagni nel Psg stipendiati dal Qatar

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 17 dicembre 2022

Oltre alle considerazioni sulle priorità tra tutela dei diritti umani e calcio, Gianni Infantino nella conferenza stampa di chiusura dei Mondiali in Qatar ha fatto saltare il banco con l’annuncio di un Mondiale per club nel 2025. Le migliori 32 squadre del mondo saranno invitate alla nuova competizione della Fifa, che aveva in mente questo progetto da quasi tre anni, prima dell’avvento della pandemia.

L’annuncio del Mondiale per club nel 2025 è la nuova puntata del braccio di ferro tra un manipolo di società, soprattutto Real Madrid, Barcellona e Juventus che sostengono ancora il progetto della Superlega, e le istituzioni del calcio – Fifa e Uefa – che si sono messe di traverso alla creazione della lega composta solo da top club, con montepremi da sette miliardi di euro.

Potrebbe non essere un caso, che il Mondiale per club sia stato svelato pubblicamente il giorno successivo alla decisione della Corte di giustizia europea – l’appello finale è previsto per marzo – di concedere il potere a Uefa e Fifa di estromettere dalle proprie competizioni i club che dovessero aderire senza permesso a una nuova lega (la Superlega).

E se non ci sono ancora novità sul format dei Mondiali del 2026 in Usa-Canada-Messico, che sarà disputato a 48 squadre, l’attenzione di Infantino, della Fifa e degli organizzatori dei Mondiali in Qatar è orientata verso la finale di domani sera, Francia-Argentina, che sarà preceduta stasera (ore 20) dalla finale per il terzo posto tra Marocco e Croazia.

In finale si sfideranno Messi e Mbappé. Finora cinque gol a testa, sono stati i due migliori calciatori del torneo. Così, con l’incrocio tra la Pulce e la punta della nazionale campione del mondo in carica, si compie il disegno da 220 miliardi di dollari dell’emiro del Qatar, Al Thani per “prendersi” il calcio internazionale.

Il numero dieci dell’Argentina e l’asso francese sono due delle tre stelle (la rimanente è il brasiliano Neymar) del Paris Saint Germain che è di proprietà del Qatari Sports Investments. Il fondo ha acquistato la società francese nel 2011, un anno dopo l’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar, diventando il primo pezzo di una strategia per diventare un marchio globale del calcio. Questo è diventato poi il Qatar negli anni, aggiudicandosi l’organizzazione di eventi sportivi e investendo cifre astronomiche nel Psg, anche quando, nel 2017, Doha è rimasta isolata per l’interruzione delle relazioni diplomatiche con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto.

Oltre ai Mondiali 2022 in casa, un altro asset per rendere il Qatar una potenza nello sport & business è stata la crescita di beIN Sports, il network di canali sportivi diffuso in Francia, Stati uniti, Canada.

Il presidente è Nasser Al Khelaifi, braccio destro dell’emiro del Qatar Al Thani, oltre a essere a capo del fondo qatariota che possiede il Paris Saint Germain. Quasi un miliardo di spettatori, tra Medio Oriente e Nordafrica, si sono sintonizzati su beIn Sports per la cerimonia di apertura della Coppa del Mondo e per le partite della fase a gironi, +113% rispetto ai risultati ottenuti ai Mondiali russi del 2018.

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