Cultura
L’identità dell’Europa nello specchio delle vite di migranti e rifugiati
Il reportage «Luci in lontananza». Per Marsilio il viaggio di Daniel Trilling ai confini del Vecchio Continente. «I leader estremisti stanno cercando di usare questo tema per sostenere un’idea di nazione basata sul privilegio etnico e definita in opposizione a elementi esterni razzializzati»
Un’installazione di Bansky dedicata ai migranti a Dismaland, il parco «divertimenti» allestito dall’artista in Gran Bretagna
Il reportage «Luci in lontananza». Per Marsilio il viaggio di Daniel Trilling ai confini del Vecchio Continente. «I leader estremisti stanno cercando di usare questo tema per sostenere un’idea di nazione basata sul privilegio etnico e definita in opposizione a elementi esterni razzializzati»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 5 luglio 2019
Si chiamano Jamal, Ousmane, Zainab, Caesar, Fatima, Farhan e Hakima. E poi c’è un’intera famiglia, «gli Ahmed». Sono rifugiati e migranti che Daniel Trilling ha incontrato tra Calais e Catania, Siracusa e Atene, e su su fino a Sidiro, il villaggio musulmano della montagna greca che sorge lungo l’Evros, il fiume che segna il confine naturale con Bulgaria e Turchia, dove un cimitero improvvisato raccoglie i resti di coloro che, a migliaia, non ce l’hanno fatta ad attraversare quell’insidiosa e contorta lingua d’acqua. GIORNALISTA BRITANNICO, dirige il New Humanist e collabora con il Guardian, il New York Times e New...