Visioni

L’identità «smarrita» nella Germania post bellica

L’identità «smarrita» nella Germania post bellicaTom Schilling in «Werk Ohne Autor»

Venezia 75 Il deludente ritorno di Florian Henckel von Donnersmarck in concorso con «Werk Ohne Autor». Una narrazione che si sviluppa nell'arco di oltre trent'anni, dal nazismo alla caduta del muro

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 5 settembre 2018
Luca MossoVENEZIA
Dopo il pasticcio internazionale di The Tourist, Florian Henckel von Donnersmarck torna nella Germania post bellica dove ambienta un ritratto d’artista da giovane con segreto inconfessabile che vorrebbe rinnovare i successi, invero eccessivi, dell’esordio di Le vite degli altri. Con una narrazione che si sviluppa nell’arco di oltre trent’anni – dal nazismo alla caduta del muro – il film si misura con l’identità tedesca utilizzando il privilegiato punto di vista di un artista. È lo stesso obiettivo di Heimat 2, il capolavoro di Edgar Reitz, che però si rivela decisamente proibitivo per Henckel. L’antefatto si colloca negli anni trenta, quando...

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