Cultura

L’inedita sociologia del noir europeo

L’inedita sociologia del noir europeoDisegno di Marco Lovisatti

Itinerari critici Un percorso di lettura tra celebri conferme e debutti di cui tener conto. Cronaca sociale, indagine sui sentimenti frustrati, sfide giocose alla grande Storia come alla politica. Ne «Il serpente maiuscolo» (Mondadori), «i piccoli francesi» di Lemaitre che soffrono la solitudine anche quando fanno i killer di professione. Lo Yorkshire dei piccoli borghi, in apparenza tranquilli e sicuri, di «Appuntamento con la morte» di Julia Chapman (Neri Pozza). Lasciata la Cancelleria, Angela diventa detective in «Miss Merkel e l’omicidio nel castello» di David Safier (Sem). Mentre è un ex minatore asturiano a scavare il tunnel per la rapina al Museo raccontata in «L’ultima a morire» di César Pérez Gellida (Ponte alle Grazie)

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 13 febbraio 2022
Anche a non voler prendere troppo sul serio l’impegnativa affermazione di Jean-Patrick Manchette secondo il quale «il romanzo poliziesco è la grande letteratura morale del nostro tempo», né le parole di Chesterton che sosteneva come al pari dell’essenza di ogni filosofia, quella del «giallo» consisterebbe «nell’imbattersi in fenomeni visibili la cui spiegazione è nascosta», si potrà perlomeno convenire con Friedrich Dürrenmatt sul fatto che in molti casi gli scrittori del genere «tendono a costruite un universo da dominare» che nella realtà invece non esiste, frutto com’è quest’ultima di contraddizioni, del caso, dell’assenza di logica o razionalità. Una sorta di messinscena...

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