Visioni
Lo sguardo sulle macerie della Siria
Cannes 67 Con «Eau Argentée, Syrie Autoportrait» di Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan, al festival irrompe la guerra, immagini dolorose dalla città fantasma di Homs, dove sono rimasti solo gatti mutilati e bimbi
una scena da «Eau Argentée, Syrie Autoportrait» di Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan
Cannes 67 Con «Eau Argentée, Syrie Autoportrait» di Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan, al festival irrompe la guerra, immagini dolorose dalla città fantasma di Homs, dove sono rimasti solo gatti mutilati e bimbi
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 16 maggio 2014
Cristina PiccinoCANNES
«Acqua argentata» è il significato di Simav, il nome di una giovane donna kurda che vive in Siria, a Homs, straniera in una città «straniera» a se stessa, irriconoscibile, massacrata, dove tra le macerie e i morti sono rimasti solo bambini e gatti mutilati, immagine dolorosa di una guerra sempre più sporca. Nei mesi di un assedio feroce la ragazza resta e filma con la sua piccola telecamera nascosta a rischio della vita. Al regime di Assad, dice la sua voce fuoricampo, non piacciono le telecamere, le considera un’arma pericolosa. Lei non la vedremo mai, a parte un istante, quando...