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Lo statuto segnò la fine di un’infinita pazienza

Lo statuto segnò la fine di un’infinita pazienzaCorteo dei consigli di fabbrica Fiat Mirafiori, 1969

Le due anime della legge L’art. 18 non c’è più e l’art. 19 è stato stravolto dall’improvvido referendum del giugno 1995 il cui esito lo ha degenerato in un meccanismo di estromissione dall’area legalmente protetta di un sindacato come la Fiom

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 20 maggio 2020
La sua prima parte, il cui perno centrale è l’articolo 18, si compone di disposizioni che sanciscono la polivalenza di fondamentale diritti civili e politici costituzionalmente riconosciuti a tutti i cittadini che devono poterli esercitare non solo nei confronti dello Stato, ma anche nei rapporti interprivati e dunque anche nell’ambito dell’impresa. La quale cessa così d’essere un mondo a sé, separato dall’ordinamento giuridico generale, auto-concluso. Per questo, i primi commentatori hanno creduto di ravvisare nell’art. 9 che riconosce ai lavoratori il diritto – esercitabile mediante proprie rappresentanze – di «promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee...

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