Italia
L’odissea dei «dublinati»
Storie Al Centro A.m.i.c.i. arrivano i richiedenti asilo più vulnerabili, tra quelli che vengono rispediti in Italia perché qui sono stati identificati per la prima volta. Ecco le loro voci
Un'immagine tratta dal documentario «Non morire fino a primavera», girato nel centro A.m.i.c.i. di Roma
Storie Al Centro A.m.i.c.i. arrivano i richiedenti asilo più vulnerabili, tra quelli che vengono rispediti in Italia perché qui sono stati identificati per la prima volta. Ecco le loro voci
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 22 gennaio 2014
Barbara MaffeoROMA
«Farsi prendere le impronte digitali, in Italia, per loro significa finire la vita». Mi guarda dritto negli occhi Biniam e rimane in silenzio. Una pausa lunga, che toglie il fiato. Il suo sguardo contiene la voce di migliaia di persone, di storie, di vite. Vite che in questi anni di lavoro come mediatore culturale ha vissuto come se fossero la sua. Biniam è eritreo. Quando è arrivato lui, dieci anni fa, in Italia i centri di accoglienza non esistevano ancora. Lo incontro in via Giorgio Morandi, al civico 153 di un complesso di palazzine popolari, tra la fine di via...