Cultura
L’ombra dell’apartheid nel noir del nuovo Sudafrica
Karin Brynard Intervista alla scrittrice di lingua afrikaans, interprete e testimone delle trasformazioni della cultura locale. «I nostri padri» (e/o), propone una drammatica immersione nelle contraddizioni irrisolte del paese. L’ispettore Beeslaar (bianco) e il sergente Ghaap (nero) fronteggiano la violenza tra Soweto e Stellenbosch
Un’immagine dell’artista Hank Willis Thomas
Karin Brynard Intervista alla scrittrice di lingua afrikaans, interprete e testimone delle trasformazioni della cultura locale. «I nostri padri» (e/o), propone una drammatica immersione nelle contraddizioni irrisolte del paese. L’ispettore Beeslaar (bianco) e il sergente Ghaap (nero) fronteggiano la violenza tra Soweto e Stellenbosch
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 4 agosto 2019
Una città, Stellenbosch che dietro l’aspetto tranquillo e campagnolo nasconde ancora le ombre più oscure dell’apartheid e un delitto raccapricciante che sembra legarla a quanto sta invece avvenendo nella gabbia urbana di Soweto, dove si vive e si muore al ritmo delle droghe sintetiche e delle guerre tra le gang. Questo lo scenario in cui si muovono l’ispettore Albertus Beeslaar e il sergente Johannes Ghaap, bianco il primo, nero il secondo, gli inseparabili protagonisti delle trame poliziesche attraverso le quali Karin Brynard traccia il volto criminale del nuovo Sudafrica. Fin dal titolo, «I nostri padri» sembra interrogarsi sul fatto che...