Internazionale
L’Onu conta 284 civili uccisi: «La Libia non è un porto sicuro»
Nord Africa Aumento del 25% dal 2018. Nel mirino delle fazioni ci sono cliniche, giornalisti, migranti. Oltre il 60% uccisi dai droni arrivati da paesi stranieri in violazione dell'embargo delle Nazioni unite
Richiedenti asilo in un porto libico – Ap
Nord Africa Aumento del 25% dal 2018. Nel mirino delle fazioni ci sono cliniche, giornalisti, migranti. Oltre il 60% uccisi dai droni arrivati da paesi stranieri in violazione dell'embargo delle Nazioni unite
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 24 dicembre 2019
Ieri mattina, a est di Tripoli, sul quartiere di Tajoura sono rimbombati colpi di mortaio. È la guerra che prosegue tra Tripoli e Bengasi e lo fa nel luogo che il 2 luglio scorso fu teatro di una strage di migranti africani, intrappolati in uno dei centri di detenzione libici. La scorsa estate il bombardamento notturno delle forze del generale cirenaico Haftar che aveva distrutto il capannone e ucciso almeno 53 persone (135 i feriti, 300 i sopravvissuti) aveva ricordato cos’è la Libia per i richiedenti asilo. Ora lo ribadisce anche l’Onu: non è un paese sicuro. «Siamo preoccupati per...