Visioni

L’opera, un terreno di battaglia politica da Puškin al «soft power»

Una scena di «Boris Godunov» ieri alla Scala foto di Brescia e AmisanoUna scena di «Boris Godunov» ieri alla Scala – foto di Brescia e Amisano

Scala Le radici di «Boris Godunov», classico sul rapporto tra potere e popolo, le accuse ucraine sulla scelta del cast russo

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 8 dicembre 2022
Decisione coraggiosa quella della Scala di aprire la sua stagione operistica con Boris Godunov – un classico russo, di cui Aleksandr Puškin fece un dramma in stile romantico nel 1825 e che venne poi messo in musica con sentire patriottico da Modest Musorgskij nel 1870. L’opera invita ad una discussione sul destino scenico dell’eredità culturale del Paese invasore, così come ad una riflessione filosofica su come la violenza generi sempre nuova violenza in tutto il corso della storia russa. Boris voleva essere un buono zar in un periodo di rivolte. Ma prima non era certo stato tenero come soldato. Il...

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