Il Movimento islamico palestinese non è l’Isis
Lo dicono gli esperti israeliani interpellati in questi giorni da Haaretz
Lo dicono gli esperti israeliani interpellati in questi giorni da Haaretz
Lo dicono gli esperti israeliani interpellati in questi giorni da Haaretz
Lo dicono gli esperti israeliani interpellati in questi giorni da Haaretz
Un grazie al manifesto e ad Alberto Negri per aver colmato una lacuna e contrastato una semplificazione dell’informazione generale sulla natura di Hamas, tendente ancora una volta a far dimenticare la questione palestinese, la cui soluzione, basata sul ritorno della diaspora e dai campi profughi e sulla formazione di uno stato geograficamente unito, costituisce il presupposto imprescindibile per una pace duratura in medio oriente.
La contraddizione del mancato riconoscimento delle cause storiche del conflitto israelo-palestinese è finalmente esplosa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu con il discorso equilibrato del segretario generale Guterres ed ha squarciato il velo di ipocrisia filo israeliano, secondo il quale “l’unica democrazia della regione ha il diritto di difendersi dal terrorismo di Hamas”.
Intanto viene da dire che se avesse esercitato efficacemente tale diritto, che tra l’altro nessuno ha mai messo in discussione, avrebbe potuto prevenire l’attacco del 7 ottobre o quantomeno limitarlo di molto. E questa inefficienza, come diceva il Direttore del manifesto nell’editoriale di ieri, è un punto che andrebbe approfondito in quanto difficilmente spiegabile, anche perché dei segnali di un’imminente azione, come riportano diverse fonti, erano giunti da parte dei famosi apparati di intelligence della stella di David.
E poi, come definire i bombardamenti su Gaza che durano ormai da 18 giorni, le devastazioni immani degli edifici, l’esodo verso sud di più di un milione di persone, le oltre 5700 vittime, quasi tutti civili, per la maggior parte donne, anziani e bambini (le stime dell’Unicef parlano di 2360 minori morti e 5364 feriti in diciotto giorni), se non una atroce e spietata vendetta? Altro che diritto a difendersi! Se c’è una razionalità in tutto questo spargimento di sangue e in quello che speriamo non avvenga nelle prossime settimane, la possiamo ritrovare soltanto nella volontà del governo israeliano di risolvere una volta per tutte il problema, eliminando il problema stesso, cioè il popolo palestinese, massacrandone una parte e cacciandone il resto fuori dai confini. Un parziale genocidio e una parziale pulizia etnica. Non è forse questo l’obbiettivo del colonialismo imperialista sionista fin da prima della fondazione dello stato d’Israele nel 1948? Il sogno della grande Israele senza palestinesi?