Italia

Marche un anno dopo, tra abbandono e resistenza

Marche un anno dopo, tra abbandono e resistenza

Reportage Sulle colline del maceratese pesano le macerie ancora tutte da rimuovere, ma c'è un'agricoltura da manuale dalla quale provare a ripartire. Viaggio nel cratere dove il terremoto ha colpito la zona a maggior rischio demografico: un festival prova a dare una scossa di felicità

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 6 agosto 2017
Ernesto MilanesiFIASTRA (MACERATA)
Il pettine, la doccia, lo specchio. Le Marche sono conformate come l’utensile per capelli: la lunga striscia costiera sull’Adriatico da cui partono pendii, colline, montagne. Nel «cratere» tutti terrorizzati dal box in bagno: completamente nudi, senza scarpe né bagaglio del cuore, come si scappa da casa per la nuova scossa di terremoto? Il sisma infinito riflette un’identità in macerie, sospesa fra la «normalità» prima del 24 agosto 2016 e l’emergenza nella quotidianità che non si ricostruisce. Sull’Appennino marchigiano che si tuffa nel lago artificiale di San Lorenzo (spiaggia dell’estate alternativa, nonostante il livello dell’acqua sia drasticamente più basso per motivi...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi