Economia

Il «rivoluzionario» che portò la finanza dentro le auto

Il «rivoluzionario» che portò la finanza dentro le autoSergio Marchionne firma una Panda a Pomigliano nel 2011

Dieci anni al Timone L’acquisto di Chrysler, la svolta del lusso. Ma per lui lavoro e Italia sempre secondari

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 22 luglio 2018
Anche l’addio è stato rivoluzionario. Lo aveva programmato per tempo, come tutte le sue mosse. La sua formazione da filosofo hegeliano si spera glielo abbia fatto accettare più serenamente. Che Sergio Marchionne sia un rivoluzionario è riconosciuto da tutti, in primis da chi lo ha combattuto. Sono molti i pregi che gli vengono unanimemente riconosciuti: «un genio della finanza» è sicuramente il maggiore. Ha preso una Fiat sull’orlo del fallimento e ora Fca non ha debiti: a lui la famiglia Agnelli dovrebbe fare un monumento. Al manager canadese di formazione, teatino di origine («quando stava qui ad Atessa la calata...

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