Visioni
«Memory Box», il Libano in guerra e l’adolescenza
Berlinale 71 È cominciato ieri il Festival in versione virtuale, scelta inevitabile ma che porta con sé la nostalgia della sala. In concorso il film di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, fra finzione e autobiografia
Berlinale 71 È cominciato ieri il Festival in versione virtuale, scelta inevitabile ma che porta con sé la nostalgia della sala. In concorso il film di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, fra finzione e autobiografia
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 2 marzo 2021
Se si chiudono gli occhi, e con accurata concentrazione, si può immaginare di essere nella sala del Berlinale Palast, sprofondati nelle sedie rosse comode in platea, o per chi arriva in ritardo in galleria, ascoltando prima dell’inizio i mille suoni di una sala. «Cosa mi manca di più? Vedere il film a cui ho lavorato anni sentendo la reazione dei corpi, quello che accade tra la gente che lo sta guardando» dice un regista. Per questo si dovrà aspettare il mese di giugno (9-20), la Berlinale 71 è ora alla sua fase online: niente pubblico, solo addetti ai lavori, immersi...