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Migranti, la giustizia in fondo al mare
La sentenza di mercoledì del Tribunale permanente dei popoli riunito a Palermo dimostra la complicità del governo italiano e degli stati europei nei crimini contro l’umanità commessi in Libia e nelle acque internazionali
La sentenza di mercoledì del Tribunale permanente dei popoli riunito a Palermo dimostra la complicità del governo italiano e degli stati europei nei crimini contro l’umanità commessi in Libia e nelle acque internazionali
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 22 dicembre 2017
La circostanza che le violazioni dei diritti fondamentali di singole persone costrette a lasciare il proprio paese siano diventate tanto frequenti e prive di una qualsiasi sanzione giuridica, tale che ne possa impedire la reiterazione, hanno permesso di individuare un «popolo migrante». Un «popolo» dotato di una sua specifica connotazione, come è emerso da numerose testimonianze e da rapporti concordanti, come quelli delle Nazioni Unite, di MEDU e di Amnesty International, esaminati nel corso della recente sessione di Palermo del Tribunale Permanente dei popoli. Questo Tribunale può includere nella propria competenza violazioni sistemiche dei diritti dei popoli che non integrano...