Italia
Milano, cantiere verticale
Dagli anni Novanta la città e l’hinterland stanno subendo un cambiamento epocale, spinto da deregulation e appetiti speculativi. Rispetto al quale l’attuale giunta non è riuscita a segnare una netta inversione di rotta. Il banco di prova sarà la gestione del post Expo nell’interesse collettivo
– Scatti di Gabriele Basilico per il film di Marina Spada «Il mio domani», raccolti nel libro omonimo pubblicato da Contrasto. Nella foto grande il nuovo palazzo della Regione a Porta Nuova
Dagli anni Novanta la città e l’hinterland stanno subendo un cambiamento epocale, spinto da deregulation e appetiti speculativi. Rispetto al quale l’attuale giunta non è riuscita a segnare una netta inversione di rotta. Il banco di prova sarà la gestione del post Expo nell’interesse collettivo
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 6 febbraio 2014
Sergio BrennaMILANO
Milano, che come molte grandi città del mondo occidentale ha subìto dagli anni Novanta un cambiamento epocale tuttora in corso, sotto la spinta di un mutamento del modello produttivo caratterizzato dall’abbandono delle collocazioni urbane delle grandi fabbriche, delle infrastrutture di trasporto e distribuzione delle merci e delle grandi attrezzature istituzionali (caserme, mercati generali, fiere, …) sostituite da residenze, uffici e grandi centri commerciali. Essa ha, quindi, da tempo e ampiamente utilizzato tutte le possibilità consentite dagli strumenti di pianificazione negoziata (Accordi di Programma con la Regione e altri enti pubblici e privati, Programmi Integrati di Intervento per lo più proposti...