Internazionale
Mimì, Iris, Keyla, Yoselín: 41 bambine bruciano ancora
Guatemala A un anno dal rogo nel centro-prigione per adolescenti resta l’omertà di un intero Stato. I minori rinchiusi nel «Hogar Seguro» soggetti a violenze sessuali, tratta e prostituzione. Nel mezzo della zona più esclusiva della capitale
Il volto di una delle ragazze vittime del rogo – Tullio Togni
Guatemala A un anno dal rogo nel centro-prigione per adolescenti resta l’omertà di un intero Stato. I minori rinchiusi nel «Hogar Seguro» soggetti a violenze sessuali, tratta e prostituzione. Nel mezzo della zona più esclusiva della capitale
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 8 marzo 2018
Tullio TogniCITTÀ DEL GUATEMALA
L’8 marzo 2017, a seguito di una protesta per denunciare gli abusi e le violenze subite, 56 ragazze adolescenti venivano rinchiuse e lasciate bruciare vive nel rogo dell’Hogar Seguro a Città del Guatemala. A UN ANNO DI DISTANZA, restano le controversie. Come divampò l’incendio? Quando cominciarono a dar fuoco ai materassi. Come successe? Appoggiarono i materassi di fronte alle finestre sbarrate e accesero il fuoco. Chi accese il fuoco? Mimì. Conoscevamo solo il suo soprannome. Che cosa successe dopo? Cominciammo a colpire la porta affinché ci aprissero. Non lo fecero. Quanto tempo rimaneste rinchiuse dopo che iniziò l’incendio? Almeno dieci...