Internazionale

Mio zio Allende 50 anni dopo

Mio zio Allende 50 anni dopo11 settembre 2023, di fronte al palazzo de La Moneda a Santiago – Ap

Cile 1973-2003. Una conversazione con Maria Inés Bussi «Quella mattina andai da lui a La Moneda a chiedergli un’arma, perché mi sentivo minacciata nel quartiere della borghesia capitolina dove vivevo; mi rispose che non ne aveva...». Provata da questo 11 settembre a cui ha scelto di non partecipare, la nipote prediletta del presidente cileno, parla della sua vita con lui e dei dolori del giovane Boric. «In Cile oggi istituzioni deboli, mentre una destra sempre più insolente che controlla i media si prepara per una revisione costituzionale a propria immagine e somiglianza»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 13 settembre 2023
«Quella mattina andai da lui a La Moneda a chiedergli un’arma, perché mi sentivo minacciata nel quartiere della borghesia capitolina dove vivevo; mi rispose che non ne aveva e che sarebbe stato forse meglio che tornassi a stare a vivere da loro. Non l’avevo mai visto così: teso, emaciato, tremendamente solo…». Maria Inés Bussi, emozionalmente provata da questo lunedì 11 settembre appena passato, ci sta raccontando dell’ultima volta che vide suo zio, Salvador Allende, tre giorni prima del golpe. Più che un’intervista la nostra è una conversazione aperta con la nipote prediletta del presidente cileno: «cinquant’anni dopo – sottolinea –...

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