Europa
Morti «in custodia», la politica tedesca ignora il problema. Chi denuncia resta isolato
Germania Un buco nero, i cui contorni sono ben descritti da Biplab Basu, dell’associazione Reach Out, iniziatore della “Campagna contro la violenza razzista della polizia” che ha contato i 138 «morti in custodia» dal 1993 al 2020
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Germania Un buco nero, i cui contorni sono ben descritti da Biplab Basu, dell’associazione Reach Out, iniziatore della “Campagna contro la violenza razzista della polizia” che ha contato i 138 «morti in custodia» dal 1993 al 2020
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 14 giugno 2020Edizione 14.06.2020
Sebastiano CanettaBERLINO
È morto il 12 gennaio 2019, senza video, proteste e l’hasthtag sui social. Eppure anche Aristeidis L. non riusciva a respirare quando quattro agenti gli hanno schiacciato il collo sul pavimento di un ascensore a Berlino. Legato mani e piedi, il 36enne greco è stato soffocato esattamente come George Floyd. Nella civilissima Germania dove «i giornalisti continuano a considerare le forze dell’ordine neutrali» come ricorda il quotidiano Taz che ha scoperchiato il caso insabbiato da un anno e mezzo. Di fatto, chi accusa pubblicamente la polizia rimane isolato: lo sanno bene la segretaria Spd, Saskia Esken, che sei mesi fa...