Europa

Morti «in custodia», la politica tedesca ignora il problema. Chi denuncia resta isolato

Morti «in custodia», la politica tedesca ignora il problema. Chi denuncia resta isolatoBerlino, un graffito di Eme Freethinker per George Floyd a Mauerpark

Germania Un buco nero, i cui contorni sono ben descritti da Biplab Basu, dell’associazione Reach Out, iniziatore della “Campagna contro la violenza razzista della polizia” che ha contato i 138 «morti in custodia» dal 1993 al 2020

È morto il 12 gennaio 2019, senza video, proteste e l’hasthtag sui social. Eppure anche Aristeidis L. non riusciva a respirare quando quattro agenti gli hanno schiacciato il collo sul pavimento di un ascensore a Berlino. Legato mani e piedi, il 36enne greco è stato soffocato esattamente come George Floyd. Nella civilissima Germania dove «i giornalisti continuano a considerare le forze dell’ordine neutrali» come ricorda il quotidiano Taz che ha scoperchiato il caso insabbiato da un anno e mezzo. Di fatto, chi accusa pubblicamente la polizia rimane isolato: lo sanno bene la segretaria Spd, Saskia Esken, che sei mesi fa...

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