Cultura

N. Scott Momaday, il sogno del mondo come autobiografia

ritratto di N. Scott MomadayN. Scott Momaday nella sua casa in New Mexico

Il personaggio «Custode della terra» di N. Scott Momaday, per Black Coffee. Il più importante scrittore nativo racconta il legame indissolubile tra l’uomo, la sua cultura e la natura. Nel 1969 con «Casa fatta di alba», vincitore del Pulitzer, contribuì al cosiddetto Rinascimento amerindiano che vide anche l’occupazione della riserva di Wounded Knee. «Quando penso alla mia vita e alle vite dei miei antenati - scrive l’autore -, sono inevitabilmente portato a convincermi che io, e loro, apparteniamo al paesaggio americano»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 28 febbraio 2023
Quando, nel 1969 con il suo Casa fatta di alba, riproposto lo scorso anno nel nostro Paese da Black Coffee, fu il primo nativo americano ad aggiudicarsi il Pulitzer per la narrativa, il nome e la forza espressiva di N. Scott Momaday segnarono per molti versi la fase di risveglio e di protagonismo attraversata dalla cultura amerindiana. Nel 1970 seguì la pubblicazione di Seppellite il mio cuore a Wounded Knee di Dee Brown che raccontava, anche se in questo caso l’autore era un bianco, la fase più drammatica dell’espansione verso Ovest degli Stati Uniti, compiuta, negli ultimi tre decenni dell’Ottocento,...

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