Internazionale
Nagorno-Karabakh, la pace è lontana
Caucaso Dopo quattro giorni di combattimenti niente tregua in vista. Erevan pronta a riconoscere l’indipendenza della regione contesa, Baku minaccia un’offensiva militare «risolutiva». Atteso il ruolo della Russia, alleata dell’Armenia e, finora, di Erdogan che invece soffia sul fuoco. Ma Putin ha un basso profilo: è sotto tiro dell’Ue per Bielorussia e caso Navalny
Un soldato armeno nel Nagorno-Karabakh – Ap
Caucaso Dopo quattro giorni di combattimenti niente tregua in vista. Erevan pronta a riconoscere l’indipendenza della regione contesa, Baku minaccia un’offensiva militare «risolutiva». Atteso il ruolo della Russia, alleata dell’Armenia e, finora, di Erdogan che invece soffia sul fuoco. Ma Putin ha un basso profilo: è sotto tiro dell’Ue per Bielorussia e caso Navalny
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 1 ottobre 2020
Yurii ColomboMOSCA
Al quarto giorno di conflitto con l’Armenia il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev ha tirato fuori gli artigli e messo le carte in tavola. Aliyev ha sostenuto apertamente, per la prima volta dall’inizio della guerra, che il ritiro dell’esercito armeno dal Nagorno-Karabakh è l’unica condizione per porre fine al conflitto. Secondo Aliyev, se le autorità armene soddisferanno questa condizione, i combattimenti cesseranno. Il presidente dell’Azerbaigian ha ripetuto che i negoziati per la soluzione del conflitto non hanno dato risultati e che gli appelli al dialogo sono inutili. «L’Armenia deve abbandonare la politica di occupazione» ha sentenziato. «Il premier armeno ci pone...