Europa
Nei Balcani la guerra dopo la guerra
La "nuova rotta" Reportage dal confine croato-bosniaco, dove migranti, rifugiati e richiedenti asilo sono vittime dei respingimenti illegali e spesso violenti messi in atto con la complicità dell’Unione europea. Che all’assistenza umanitaria preferisce le frontiere blindate
Nel Bira Refugees Centre di Bihac, nel nord-ovest della Bosnia – LaPresse
La "nuova rotta" Reportage dal confine croato-bosniaco, dove migranti, rifugiati e richiedenti asilo sono vittime dei respingimenti illegali e spesso violenti messi in atto con la complicità dell’Unione europea. Che all’assistenza umanitaria preferisce le frontiere blindate
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 9 aprile 2019
Federica IezziVelika Kladuša (Bosnia)
Il viaggio di Nazim parte dal campo di Zeralda, a circa 30 chilometri da Algeri. È questo il punto di ritrovo per i trafficanti, ormai padroni indiscussi dei grandi deserti africani. Caricato come un numero su vecchi camion, con l’inconfondibile vessillo della Mercedes, viene trasferito a Tamanrasset, città dell’estremo sud algerino. «Lì arriva il biglietto per Agadez» ci dice Nazim con gli occhi di chi ricorda un momento di speranza. Il potente hub nigerino è la porta d’ingresso per la Libia. Abbiamo incontrato Nazim al Bira Refugees Centre di Bihac, nel nord-ovest della Bosnia. È qui che adesso vive. I...