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Un container dell'acqua nel campo profughi di Washokani – Chiara Cruciati
Internazionale
Nel Rojava si autogestisce anche l’assenza
Siria Nel campo di Washokani 15mila sfollati hanno ricreato una «little Serekaniye», la loro città occupata dalla Turchia: comuni, assemblee di quartiere e comitati. Mentre ad Afrin l'occupazione turco-islamista prosegue nell’operazione di ingegneria demografica
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 17 giugno 2021Edizione 17.06.2021
Chiara CruciatiROJAVA
Rinas accende il telefono e fa partire un breve video: una cascata d’acqua, un ruscello, il verde caldo di alberi e arbusti. «Questo è quello che avevo vicino a casa mia, è Afrin». Sorride mentre ci mostra il luogo che ha abbandonato tre anni fa, in fuga con altre 300mila persone dal cantone curdo della Siria nel nord-ovest durante i mesi della brutale offensiva turca. Ramoscello d’ulivo, l’avevano ribattezzata gli alti comandi turchi. Di quell’offensiva restano centinaia di migliaia di sfollati, distribuiti in tutto il Rojava, e un piano avanzato di ingegneria demografica. FATMA HA 70 ANNI, è la mamma...