Politica
Nell’informativa di Piantedosi tutti gli errori dei soccorsi mancati
Relitto in Stato Il ministro dell'Interno va in parlamento per parlare del naufragio di Cutro e conferma che le autorità italiane hanno scelto di trattare il caso del caicco come un evento di polizia. Perché non sarebbe stato a rischio e non aveva chiesto aiuto. Ma l’interpretazione di «pericolo in mare» fornita dal Viminale non ha alcuna base giuridica
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi durante l'informativa al Senato sul naufragio di Steccato di Cutro – Ansa/Angelo Carconi
Relitto in Stato Il ministro dell'Interno va in parlamento per parlare del naufragio di Cutro e conferma che le autorità italiane hanno scelto di trattare il caso del caicco come un evento di polizia. Perché non sarebbe stato a rischio e non aveva chiesto aiuto. Ma l’interpretazione di «pericolo in mare» fornita dal Viminale non ha alcuna base giuridica
Pubblicato più di un anno faEdizione del 8 marzo 2023
Primo: alle 00.00 di domenica 26 febbraio l’unità della guardia di finanza (GdF) che cercava il caicco torna in porto. Per «un rabocco di carburante» e perché stima che ai migranti servano sette ore per l’ingresso nelle acque territoriali, il «presupposto per l’esercizio delle funzioni di polizia». Secondo: alle 3.30 due unità della GdF sono costrette a rientrare dalle «pessime condizioni del mare». Diciotto minuti più tardi chiamano la guardia costiera (Gc) di Reggio Calabria ma non aggiungono «eventuali criticità». Terzo: alle 3.55 la GdF di Vibo Valentia contatta i colleghi di Catanzaro e Crotone, carabinieri e polizia e chiede...