Oggi sappiamo ciò che si poteva ragionevolmente ipotizzare fin dal 7 ottobre: i vertici militari e politici israeliani conoscevano da tempo, perfino nei dettagli, i piani e i lunghi preparativi di Hamas per l’attacco del tragico sabato d’inizio autunno.
Altrettanto ragionevolmente possiamo pensare che non si è trattato di una fatale sottovalutazione del pericolo, come ha scritto la vice direttrice Chiara Cruciati, perché Israele pensava di aver già vinto contro Hamas:
https://ilmanifesto.it/israele-sapeva-del-piano-di-hamas-ma-pensava-di-aver-gia-vinto/r/NERfpVo6dxsU6LmG62pjs
Intanto, come sarebbe stato logico, avrebbero potuto facilmente e con forze relativamente modeste prevenire l’attacco o quantomeno ridurne sostanzialmente le dimensioni, soprattutto nell’aspetto peggiore che si è svolto sul terreno nella zone prossime alla frontiera con Gaza, i massacri e i rapimenti dei civili.
Risparmiando così le vite di tanti cittadini israeliani ed evitando l’inizio di una guerra che sta causando così tante vittime palestinesi innocenti e che potrebbe incendiare la regione medio orientale e poi il mondo.
Ma non l’hanno fatto. Perché?
È ancora ragionevole pensare che gli obbiettivi sionisti prevalenti nella compagine governativa di estrema destra, cioè la cacciata dei palestinesi da Gaza,
(non dimentichiamo tra l’altro i contesi giacimenti di gas nel mare della striscia:
https://ilmanifesto.it/torna-in-gioco-il-gas-al-largo-di-gaza-un-dono-di-allah-mai-consegnato-ai-palestinesi-ma-e-unillusione), la colonizzazione totale della Cisgiordania, per fare la “grande Israele dal fiume al mare”, e la debolezza giudiziaria e la ricattabilità politica del primo ministro Netanyahu, abbiano prodotto la decisione di tentare la soluzione finale, vale a dire distruggere Hamas e spostare gli oltre 2 milioni di Gazawi fuori dei confini verso sud nel Sinai egiziano.
Ma per dare inizio ad un’operazione militare di questa portata, foriera di rischi per gli equilibri internazionali, occorreva una giustificazione adeguata, un casus belli all’altezza della gravità dei propositi, una ragione assolutoria e assoluta agli occhi del mondo.
Cosa di meglio del terribile attacco di Hamas, del copioso sangue innocente versato, della necessità di riportare a casa sani e salvi, costi quel che costi, centinaia di ostaggi e di farla finita con un gruppo di terroristi feroci?