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Niente di nuovo dal tritacarne di Bakhmut

Niente di nuovo dal tritacarne di BakhmutL'artiglieria ucraina alle porte di Bakhmut – Ap

Guerra ucraina La difesa a oltranza di questa cittadina sembra ricadere pienamente nel simbolico di guerra, dove l’eroica resistenza può poi defluire su un cumulo di cadaveri nella celebrazione della “città martire”. Lo stesso significato simbolico è decisivo anche per gli attaccanti. C’è poi la motivazione agghiacciante: avrebbe fatto perdere alla Russia più uomini e molto più in fretta della decennale guerra sovietica in Afghanistan

Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 marzo 2023
In una delle ultime sequenze del formidabile film di Edward Berger, tratto dal celebre romanzo di Erich Maria Remarque Niente di nuovo sul fronte occidentale, un generale arringa la truppa decimata e stremata. Manca qualche ora all’entrata in vigore dell’armistizio già firmato che metterà fine alla Grande guerra. Ma è il tempo che basta, si infervora il comandante dal balcone del suo quartier generale, perché i “suoi” uomini sferrino un’ultima teatrale e inutilmente crudele offensiva. Un atto di coraggio che li faccia tornare a casa come gloriosi combattenti piuttosto che come “un branco di codardi”. Ne torneranno ben pochi, e...

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