Alias Domenica
Oggetto di sguardo più che soggetto, l’Italia delle vacanze dal boom agli anni Novanta
Speciale "Villeggiature d'antan" Ritorna d'attualità il tono apocalittico di Enzensberger e Nebel, e la spensieratezza dei decenni passati sembra un ricordo sbiadito: una breve ricapitolazione tra cinema e libri
Fruttero e Lucentini fotografati da Paola Agosti
Speciale "Villeggiature d'antan" Ritorna d'attualità il tono apocalittico di Enzensberger e Nebel, e la spensieratezza dei decenni passati sembra un ricordo sbiadito: una breve ricapitolazione tra cinema e libri
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 23 agosto 2020
Era il 1950 quando, con toni apocalittici, il critico e filologo tedesco Gerhard Nebel scriveva del turismo moderno come «un grande movimento nichilistico, una delle grandi malattie epidemiche dell’Occidente. La sua malefica efficacia – scriveva – è paragonabile a quella delle grandi epidemie orientali; è anzi più sottile e infida». Hans Magnus Enzensberger lo cita come esempio di «debolezza mentale che rasenta l’idiozia», ma nell’estate del coronavirus che sta per finire, in cui turismo e epidemia sembrano essere nemici gemelli, queste frasi possono tornare a esibire il loro fascino sinistro. Sono frasi tipiche dell’aristocratica condanna del turismo di massa, della...