Visioni
Oltre la porta, il dramma dell’incesto
Cannes 67 L'orrore familiare come metafora dell'occupazione della Palestina nel film di Keren Yedaya al Certain Regard dal titolo Loin de mon père
la protagonista Maayan Turjeman
Cannes 67 L'orrore familiare come metafora dell'occupazione della Palestina nel film di Keren Yedaya al Certain Regard dal titolo Loin de mon père
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 16 maggio 2014
Giona A. NazzaroCANNES
Interno domestico a Tel Aviv. In linea con il cosiddetto cinema greco della crudeltà post-Lanthimos, Un certain regard presenta Loin de mon père (Lovely Girl) di Keren Yedaya, cineasta israeliana, habitué della Croisette, vincitrice della Camera d’or nel 2004 per Mon tresor, sua opera prima. Cinque anni dopo Jaffa, Loin de mon père si presenta come un’opera interlocutoria e nient’affatto convincente. La cineasta non è certo nuova alle tematiche femministe colte nell’intreccio di relazioni familiari complesse nelle quali inevitabilmente si riflettono le contraddizioni della Naqba e dell’occupazione del territorio palestinese. Quindi sulla carta il nuovo film della regista sembrava vantare...