Internazionale
Pacifista in Ucraina, il mestiere più duro: «Mi chiamano traditore»
Intervista Parla Yurii Sheliazenko, leader del Movimento nonviolento a Kiev «Rischio la vita, ma non mi faccio intimidire dai guerrafondai. Putin e Zelensky restano supremi negazionisti della pace e cercano la vittoria sul campo. Manca l’immaginazione nel costruire ponti, quindi li fanno letteralmente saltare»
Yurii Sheliazenko
Intervista Parla Yurii Sheliazenko, leader del Movimento nonviolento a Kiev «Rischio la vita, ma non mi faccio intimidire dai guerrafondai. Putin e Zelensky restano supremi negazionisti della pace e cercano la vittoria sul campo. Manca l’immaginazione nel costruire ponti, quindi li fanno letteralmente saltare»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 2 luglio 2023
Lavora come consulente legale freelance, giornalista e scrittore, è stato ricercatore e docente di Diritto alla Krok Univesity, vive a Kiev. Barba e capelli lunghi, sempre un po’ trafelato, è il punto di riferimento in Ucraina del movimento pacifista internazionale. La sua organizzazione nonviolenta fa parte di EBCO/BEOC, l’Ufficio Europeo per l’obiezione di coscienza e della War Resisters International. Tra i suoi progetti, tradurre e diffondere in Ucraina i testi sulla nonviolenza di Gandhi e Capitini. Yurii, come va? Che vita stai facendo da quando è iniziata la guerra? Mi chiamano traditore, mi vengono rivolte minacce, rischio la vita, viene...